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IL RIFIUTO DI ANDARE A SCUOLA


Il “rifiuto della scuola”, che alcuni autori denominano “fobia scolare”, può manifestarsi con comportamenti psicosomatici mattutini o la sera prima (vomito, mal di pancia, nausea, cefalea); può manifestarsi anche con la semplice ma insistente supplica quotidiana di rimanere a casa da scuola. Sono comportamenti ripetuti non episodi singoli che scompaiono una volta che il bambino è riportato o tenuto a casa...
Le cause possono essere tante. Può trattarsi di un problema di fobia sociale in cui il  bambino solitamente evita la scuola perchè ha paura di ricevere valutazioni negative in situazioni sociali; in molti casi potrebbe essere un disturbo di ansia e di separazione. In casi più rari potrebbe essere un problema di fobia specifica: la paura è più riferita ad un oggetto o situazioni della scuola (come gli autobus, il sistema di allarme, gli insegnanti...). E’ importante anche capire se sono avvenuti fenomeni traumatici all’interno del contesto scolastico.
Tenere a casa il bambino o mandarlo a scuola? Decidere di lasciarlo a casa può rinforzare il comportamento ansioso, perchè asseconda le sue paure. Il primo passo importante da fare è capire cosa si nasconde dietro quel rifiuto e questo lo si può fare con l’aiuto di un professionista anche perchè occorre raccogliere informazioni su più fronti:  parlare con il bambino per comprendere i suoi vissuti e le sue paure e fornirgli gli strumenti per superarle,  confrontarsi con i genitori perchè a volte il bambino non ha tanto paura ad andare a scuola, quanto paura a lasciare la casa ed aiutare quindi i genitori a modificare la situazione; avere colloqui con gli insegnanti per ottenere più informazioni possibili sul contesto scolastico e sul comportamento del bambino, per pianificare poi in modo adeguato il ritorno a scuola (che può essere graduale in alcuni casi, in altri immediato ma accompagnato da alcuni accorgimenti e cambiamenti nel contesto scolastico)
Non in tutti i casi l’ansia è così eccessiva da portare a un rifiuto scolastico. Va infatti ricordato che, come in tutte le prestazioni, un po’ di ansia è normale e utile: aiuta a mantenere la concentrazione ed a richiamare tutte le risorse necessarie per affrontare un compito. Diventa eccessiva se rischia di ostacolare il raggiungimento di un obiettivo o se persiste anche al di fuori del contesto scolastico. Anche in questo caso i fattori che provocano l’ansia possono essere tanti, sia temperamentali che ambientali.

Riferimenti:

Dott.ssa Simona Luci
psicologa, psicoterapeuta
cel. 338 9159421
e-mail: simoluci@virgilio.it

Dott.ssa Anna Maria Lugli
psicologa, psicoterapeuta,
collaboratrice giornalistica
cel: 340 3682183
e-mail: annalug@yahoo.it
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E’ fondamentale ricordare che:
- Ogni bambino è unico ed ha delle risorse, inoltre non tutti i tipi di intelligenza ricevono sufficiente spazio nei banchi scolastici. Il messaggio che dovrebbe passare al bambino è: “ti voglio bene per ciò che sei non per ciò che fai”. Il bambino ha bisogno di sentirsi amato in modo incondizionato.
- La scuola non dovrebbe essere solo un luogo di valutazione ma dovrebbe essere principalmente un luogo dove ci si forma, dove ci si scopre e dove vengono valorizzati i propri talenti e le proprie passioni, un luogo dove apprendere dall’esperienza e dalle relazioni umane. I genitori hanno l’importante compito educativo di insegnare ai figli come apprendere dall’errore, che l’errore fa parte della vita ed è un utile strumento di crescita.
- I bambini, come noi adulti, hanno bisogno di essere sostenuti anche con lodi e apprezzamenti (a volte si danno per scontato quando le cose vanno bene). Anche dal punto di vista educativo rinforzare un comportamento positivo è molto più efficace che punire o criticare un comportamento negativo.

interviste e approfondimenti
puntata 34 del 22-09-10

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